Stipsi: questione di pigrizia

Stipsi: questione di pigrizia

L’appuntamento con il bagno è una questione privata e personalissima. Quando però capita troppo spesso di non riuscire a timbrare il cartellino, ci troviamo in difficoltà. E in buona compagnia: si stima infatti che più di due persone su dieci debbano fare i conti con la stipsi: a volte succede che l’intestino non metta il giusto impegno nel sospingere le feci lungo il retto (stitichezza propulsiva), altre volte si ha difficoltà a espellerle (stitichezza espulsiva), condizione questa diffusa soprattutto nel sesso femminile.

Perché?

«Il passaggio del feto al momento del parto, come pure la convivenza fra due organi cavi, vagina e retto, separati solo da una sottile parete, possono portare all’indebolimento o addirittura allo sfiancamento del retto stesso, – spiega il Dott. Riccardo Annibali, coordinatore dell’ Unità di Colonproctologia Milano Nord alla Casa di Cura La Madonnina di Milano. Anche eventuali isterectomie, in cui viene tolto l’utero, accentuano il problema, così come anche ragioni legate all’assetto ormonale. Per tutti, uomini e donne, il fenomeno si lega spesso anche ad aspetti psicologici e condizionamenti mentali, c’è chi, se non ha il bagno di casa a disposizione, preferisce rimandare la seduta, danneggiando però così il sistema automatico responsabile  della defecazione., che, alla lunga, tenderà a non funzionare più.

Che fare per risolvere il problema?

La soluzione primaria consiste nel cambiare stabilmente lo stile di vita. Cominciando dalla tavola: le fibre sono alleate indispensabili dell’appuntamento con il bagno, le troveremo in tutti i cibi integrali, nella verdura, nei legumi e nella frutta (specie kiwi). Un trucco? Iniziamo il pasto con una zuppa vegetale, mentre la sera possiamo mettere a bagno con un po’ d’acqua delle prugne e consumarle la mattina dopo. Evitiamo solo la frutta e la verdura che provocano gas intestinale. Riduciamo l’apporto di cibi industriali, perché contengono elevate quantità di carboidrati, zuccheri e grassi che rallentano i movimenti intestinali (peristalsi) e riducono e seccano le le feci. E beviamo quotidianamente non meno di un litro e mezzo di acqua.

L’altra grande carta vincente è quella di aumentare l’attività fisica. I famosi 10mila passi al giorno costituiscono un modo validissimo e a costo zero per regolarizzare il transito intestinale: alziamoci dalla seggiola e regaliamo al nostro organismo una mezz’ora al giorno di camminata a passo veloce, l’intestino ci ringrazierà. 

Per un aiutino in più, proviamo integratori a base di semi di psillio. Ma attenzione, non sempre  tutto ciò che è naturale è valido. «Erbe quali senna, cassia, cascàra, frangula, detti lassativi antrachinonici, sono richiestissime in erboristeria, – sottolinea Annibali, – ma nel tempo sono fortemente irritanti per l’intestino. Preferiamo invece tisane alla malva, al finocchio o al rabarbaro. Sul versante chimico, i lassativi osmotici non hanno effetti negativi collaterali, mentre altri di nuova generazione chiamati procinetici funzionano, ma solo per un tempo limitato. C’è chi trova comodi, magari in situazioni particolari come un viaggio, i rimedi meccanici quali supposte a base di glicerina, clisterini o clisteri, da usare però solo occasionalmente. Una soluzione che ha dato buoni risultati soprattutto nel caso della stipsi propulsiva è il lavaggio intestinale, o idrocoloterapia, che costituisce un’utile ginnastica passiva per la muscolatura dell’intestino, da ripetere a cicli. Per i rimedi più adatti, comunque, facciamoci consigliare dal medico, evitando il fai da te».

Che tipo di stipsi sarà la nostra e quali i rimedi più validi per uscirne?

Se il problema ci crea disagio sino a compromettere la qualità della vita , vinciamo la timidezza e parliamone col medico di base, che eventualmente ci potrà indirizzare a uno specialista gastroenterologo. Ci sono esami appositi cui sottoporsi, non molto invasivi: la radiografia del tempo di transito intestinale potrà indagare sulle cause della stitichezza propulsiva, mentre una defecografia aiuterà, insieme alla manometria anorettale, a fare la corretta diagnosi di una ostinata stipsi espulsiva.