20 Feb Che cos’è e a cosa serve l’idrocolonterapia
- Che cosa è “l’idrocolonterapia”?
L’ idrocolonterapia è una terapia che si è diffusa principalmente in alcuni Paesi Anglosassoni, soprattutto Germania e Stati Uniti. Il lavaggio intestinale è l’aspetto principale di questa terapia e si propone di ripristinare le normali e corrette funzioni del colon (o intestino crasso) consentendo l’eliminazione di tutto il materiale fecale dal colon insieme con la flora batterica patogena e il materiale tossico. La pratica di “lavare” il colon per depurare l’organismo si perde nella notte dei tempi. Nonostante questo, almeno in Italia, è ancora poco conosciuta e applicata, tanto che non viene rimborsata dal Servizio sanitario nazionale.
- A cosa serve il colon?
L’intestino crasso, o colon, è l’ultima parte del tubo digerente e svolge la duplice funzione di assorbire l’acqua dagli alimenti che lo attraversano prima di essere espulsi e di fare da “spazzino”, isolando le scorie perché vengano eliminate con le feci. È anche una sorta di spugna in grado di assorbire l’acqua insieme a varie sostanze nutritive che passeranno poi nel sangue e verranno trasportate al fegato. Qui avviene la selezione delle sostanze nutrienti tossine, che vengono poi eliminate. Quando le tossine sono presenti in quantità troppo elevata per essere adeguatamente smaltite dal fegato può verificarsi un problema per la salute dell’intero organismo: in questi casi si parla di tossiemia. Questa si verifica generalmente quando l’attività del colon non è regolare, oppure quando il fegato presenta qualche malattia che ne riduce l’attività, ma la prima ipotesi è la più frequente.
- Che cosa causa la tossiemia?
Il sistema alterato di vita del mondo occidentale, con scarso movimento fisico, una dieta ricca di prodotti raffinati e denaturati ma povera di fibre, l’inquinamento ambientale, l’abuso di sostanze tossiche (alcool, fumo, etc) e di farmaci, l’abitudine a rimandare la defecazione quando si presenta lo stimolo, lo stress e la tensione emotiva prolungata, gettano le basi per un malfunzionamento del colon. La stipsi è il riscontro più frequente, anche se uno stato di intossicazione è possibile anche in coloro che evacuano ogni giorno e anche più volte al giorno. La stasi intestinale provoca un’alterazione del bilancio naturale e un crescita sproporzionata di microrganismi patogeni (disbiosi), a loro volta responsabili di un aumento innaturale dei fenomeni di putrefazione. Il processo tossiemico è evolutivo: il materiale solido e putrefatto si stratifica sulla mucosa colica, formando una sorta di “incrostazione”, di patina adesiva che altera ulteriormente, e progressivamente, la funzione assorbente e detossificante del colon. La dieta occidentale, inoltre, contiene cibi che hanno la capacità di stimolare esageratamente la produzione di muco intestinale, come la carne, i latticini e la farina; le feci contenenti abbondante muco diventano difficili da espellere.
- Quali sono le conseguenze principali della tossiemia sull’organismo?
La tossiemia inizia nel colon, ma i suoi effetti dannosi si riscontrano ovunque nel corpo, con alterazioni molecolari che alterano i processi biochimici e le normali funzioni all’interno delle cellule. La persona affetta da tossiemia presenta sintomi come affaticamento, irritabilità, mancanza di concentrazione, aggressività, ipertensione arteriosa, disturbi della memoria, debolezza muscolare, deficienze nutrizionali, invecchiamento precoce della pelle (rughe) e alterazioni cutanee (acne, psoriasi, dermatiti di vario tipo), alterazioni ormonali, disturbi del ciclo mestruale, cefalea ed emicrania, dolore e rigidità delle articolazioni, mal di schiena in regione lombare, allergie, asma, disturbi a carico dell’occhio, delle orecchie, del naso e della gola, artimie cardiache, formazione di noduli della mammella e alterazioni della tiroide, accelerazione dei processi di invecchiamento (senilità precoce). Oltre a sintomi di carattere generale, si sviluppano alterazioni del tratto gastroenterico, con diminuzione della velocità di transito intestinale, aumentata produzione di gas, meteorismo, flatulenze, sensazione di distensione addominale e sviluppo di micosi perianali, vaginali e delle pieghe corporee. Infine, anche il sistema immunitario può essere colpito: le pareti intestinali ospitano un gran parte di questo sistema di difesa (macrofagi, linfociti T e B liberi e raccolti in follicoli e placche, immunoglobuline) per poter meglio svolgere la loro azione di barriera contro la propagazione di sotanze tossiche (la mucosa che riveste internamente il colon è forse il principale sistema che il corpo utilizza per difendersi dall’aggresione di sostanze tossiche, seguita dal fegato, dai reni, dal sistema linfatico, dai polmoni e dalla pelle).
- Come funziona l’idrocolonterapia
Viene effettuata in centri specializzati ed è preceduta da una visita che valuta globalmente lo stato di salute di chi intende sottoporvisi. Nei tre giorni precedenti la prima seduta depurativa ci si prepara prendendo sostanze naturali che ammorbidiscono le feci. Dopo l’inserimento indolore di un piccolo anoscopio nel retto, il colon viene svuotato completamente di tutto il materiale fecale e le pareti ripulite dalle scorie tossiche. L’intera operazione dura circa 45 minuti.
- Che cosa cura
In generale, il lavaggio intestinale ripulisce la mucosa del grosso intestino e rimuove le tossine. Regolarizza anche la peristalsi intestinale facendo fare una ginnastica “passiva” alla muscolatura del colon. L’idrocolonterapia può essere effettuata a tutte le età per alleviare i disturbi di chi soffre di stitichezza cronica, colon irritabile, gonfiore addominale, colite tossica, digestione difficile, micosi intestinali rettali, anali e vaginali. Ma si può rivelare utile anche per disturbi cutanei (come acne, psoriasi, pelle molto impura) e allergie gastrointestinali; viene anche messa in atto, per esempio, per la cura di dolori lombari, depressioni e mal di testa di varia origine. Il lavaggio può anche essere un ottimo alleato dell’organismo per prepararlo a sostenere esami particolari quali la colonscopia, il clisma opaco e la rettosigmoidoscopia, o prima di un intervento chirurgico sull’apparato digerente.
- Con quale frequenza è opportuno sottoporsi al trattamento?
Se si esegue la idrocolonterapia come terapia per la cura della tossiemia e delle alterazioni ad essa correlate, sarebbe opportuno iniziare con un ciclo iniziale di 6-10 lavaggi (secondo la patologia di base) con cadenza settimanale o, meglio ancora, bisettimanale, per non perdere i vantaggi degli interventi precedenti: la detersione delle pareti, il massaggio interno e il fatto di trovare ogni volta una minor resistenza alla progressione rinforzano i movimenti peristaltici. Ristabilito l’equilibrio intestinale si può mantenere il risultato ottenuto con una irrigazione mensile. Se invece si ci si sottopone alla idrocolonterapia come norma igienica per la cura del corpo ed il mantenimento di uno stato di benessere, o come prevenzione per un invecchiamento precoce, si possono eseguire tre sedute (una ogni settimana per tre settimane consecutive) durante ogni cambiamento di stagione, tipicamente in primavera e autunno.
• Che differenza c’è tra la idrocolonterapia e una pulizia intestinale a base di lassativi?
I lassativi agiscono come irritanti chimici e stimolano le pareti muscolari del colon a contrarsi in modo abnorme per espellere le sostanze irritanti. È facile diventare dipendenti da queste sostanze e distruggere permanentemente la fisiologica capacità del colon di evacuare normalmente in modo spontaneo. La somministrazione orale, inoltre, non è ottimale: i lassativi interferiscono con importanti processi digestivi che si verificano nello stomaco e nell’intestino tenue, con deplezione di elettroliti e disidratazione del paziente.
L’idrocolonterapia ripulisce l’intestino dal basso e non interferisce con i processi digestivi localizzati più in alto nel tubo digerente. Inoltre, il lavaggio si ottiene con una alternanza di riempimenti e svuotamenti del colon e contribuisce a migliorare lo stato di idratazione del paziente. L’effetto di pulizia è molto più efficace e confortevole per il paziente. La diffusione della idrocolonterapia potrebbe risolvere il problema dei pazienti che rifiutano di sottoporsi a importanti esami diagnostici (Rx clisma opaco e colonscopia) per non doversi sottoporre allo “strazio” dei purganti.
• Che differenza c’è tra la idrocolonterapia e un normale clistere evacuativo?
Sia il normale clistere che la idrocolonterapia utilizzano l’infusione di soluzioni acquose nel retto. Il normale clistere prevede l’iniezione di acqua (in un unica direzione) nel retto che viene poi trattenuta nel colon e successivamente evacuata dal paziente. La idrocolonterapia è un lavaggio intestinale del colon controllato attraverso un’apposito strumento effettuata per scopi terapeutici e di pulizia. In questo caso il paziente non è coinvolto nel processo di evacuazione. Non sono presenti odori nocivi o rischi professionali per il personale addetto al trattamento dei pazienti, come invece avviene per chi pratica clisteri tradizionali. La capacità di pulizia del clistere è limitata al retto-sigma e il tempo di ritenzione è molto più corto per la naturale tendenza del corpo ad espellere il contenuto rettale. L’idrocolonterapia estende invece la sua efficacia ben oltre la naturale zona di defecazione, per consentire una maggiore pulizia e benefici terapeutici. Non ultimo, il fatto che la dignità e la “privacy” del paziente sono rispettate durante tutto il procedimento.
• La flora intestinale può essere alterata dalla idrocolonterapia?
La flora batterica è costituita da miliardi di microrganismi, tra cui batteri, lieviti, funghi e virus che vivono nell’intestino e giocano un ruolo molto importante negli stati di salute e malattia. I batteri sintetizzano o metabolizzano importanti elementi nutrizionali e un giusto equilibrio tra questi organismi è essenziale per un colon sano. Il grosso intestino ospita batteri che vivono in simbiosi con l’essere umano che li ospita ; il mantenimento di un giusto stato nutrizionale migliora la capacità del colon di mantenere questo equilibrio dopo la idrocolonterapia. Il medico in genere precrive un supplemento di probiotici per facilitare questo processo.
• Esiste la possibilità di una contaminazione?
Dopo il lavaggio lo strumento viene completamente pulito e disinfettato. Una potente soluzione germicida è usata per la disinfezione, anche se i suoi componenti non sono tossici per l’ambiente colico. Terminata la procedura di disinfezione, l’apparecchiatura viene lavata con abbondante acqua, eliminando completamente la soluzione germicida dallo strumento. La macchina per la idrocolonterapia contiene una valvola che impedisce il riflusso di acqua dell’acqua di scarico nel compartimento in cui circola l’acqua che affluisce all’intestino.
• Esiste la possibilità di una perforazione del colon?
L’apparecchio per idrocolonterapia possiede un manometro che non consente alla pressione di riempimento di superare la soglia di guardia di 150 millibar, pari a quella di un normale clistere ospedaliero. La pressione media di lavaggio oscilla tra i 50 e i 70 millibar.
- Esistono controindicazioni alla idrocolonterapia?
Non dovrà sottoporsi a questa pratica chi ha serie malattie cardiache, neoplasie del colon e del retto, colite ulcerosa in fase attiva, diverticolite o morbo di Chron in fase acuta, insufficienza renale. È indispensabile, comunque, prima di sottoporsi a lavaggio intestinale, chiedere il parere del medico.